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Direttiva case green: l'Italia è già a mtà strada verso gli obiettivi 2030
Il primo studio quantitativo completo rivela: bastano 6,9 punti percentuali per centrare il target del 2030. Investimenti da 84,8 miliardi genereranno oltre 1,3 milioni di posti di lavoro e 4,68 milioni di tonnellate di CO2 risparmiate. Un costo medio di 28mila euro per unità immobiliare per trasformare un patrimonio edilizio dove il 52% delle abitazioni è energivoro
L’Italia ha già percorso più di metà del cammino verso gli obiettivi della Direttiva Case Green per il 2030 e la sfida della transizione energetica nel settore edilizio non è impossibile per il nostro Paese. È quanto emerge dallo studio “La via italiana alla Direttiva Case Green” realizzato dal Centro Studi di Fondazione Geometri Italiani in collaborazione con Centro Studi Sintesi - CGIA di Mestre e Smart Land, che per la prima volta quantifica con rigore metodologico potenzialità e impatti dell'adozione nazionale della Direttiva EPBD IV.
L'OBIETTIVO 2030 È A PORTATA DI MANO
Grazie agli interventi di efficientamento energetico realizzati tra il 2020 e il 2024 - principalmente attraverso Superbonus 110% e altre detrazioni fiscali - l'Italia ha già raggiunto una riduzione dei consumi del 9,1% rispetto al target del 16% previsto per il 2030. Manca quindi solo il 6,9% per centrare l'obiettivo.
“Questi dati dimostrano che la sfida della transizione energetica nel settore edilizio non è impossibile per il nostro Paese” commentano il Presidente Diego Buono e il Vicepresidente Paolo Biscaro di Fondazione Geometri Italiani. “La versione finale della Direttiva Case Green offre flessibilità e pragmatismo: non ci sono obblighi diretti per i proprietari e i criteri di calcolo sono stati rimodulati. Questo ci consente di affrontare la transizione energetica senza preconcetti ideologici, puntando su strumenti concreti e sostenibili”.
CONSUMI ED EMISSIONI DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE: UN IMPATTO SIGNIFICATIVO
Il patrimonio immobiliare italiano ha un impatto rilevante sui consumi energetici e sulle emissioni nazionali. Per quanto riguarda le emissioni, oltre il 52% del comparto residenziale, che si compone di ca. 18,5 milioni di abitazioni, è in classe energetica F o G (di cui 13,5 milioni stabilmente occupate) e ha generato 49,5 milioni di tonnellate di CO₂, rappresentando il 62% delle emissioni del settore civile e il 14% delle emissioni totali di gas serra a livello nazionale. Inoltre, il 68% del patrimonio residenziale utilizza ancora combustibili fossili per il riscaldamento, evidenziando la necessità di accelerare la transizione verso fonti rinnovabili e sistemi più efficienti.
LA QUESTIONE ENERGETICA E LE CONDIZIONI DELLE FAMIGLIE
L’incidenza della questione energetica sulle famiglie italiane è particolarmente rilevante. Secondo l’analisi, il 9% delle famiglie vive in condizioni di povertà energetica, il dato più alto degli ultimi dieci anni. Il 20% delle famiglie è a rischio povertà e il 17% vive in abitazioni non adeguate dal punto di vista qualitativo. Ulteriori criticità riguardano la spesa energetica: il 17,9% delle famiglie sostiene
costi energetici elevati rispetto al reddito, il 9,9% ha difficoltà a riscaldare l’abitazione e il 17% vive in case con problemi di insalubrità. Questi dati sottolineano come la riqualificazione energetica non sia solo una questione ambientale, ma anche sociale, con ricadute dirette sul benessere e sulla qualità della vita delle persone.
INVESTIMENTI E OCCUPAZIONE: UN VOLANO PER L'ECONOMIA
Per completare il percorso verso il 2030, lo studio quantifica la necessità di:
- 84,8 miliardi di euro di investimenti (ca. 14,1 miliardi/anno)
- 3 milioni di abitazioni da ristrutturare (ca. 505.000/anno)
- Costo medio per intervento: ca. 28.000 euro
L'impatto economico sarà significativo: gli investimenti genereranno un effetto moltiplicatore di 280 miliardi di euro complessivi, così suddivisi:
- Impatto diretto settore costruzioni: ca. 133,76 miliardi
- Impatto indiretto: ca. 44,70 miliardi
- Impatto indotto: ca. 101,70 miliardi
- Valore aggiunto generato: 102,6 miliardi (ca. 17,1 miliardi/anno)
OLTRE UN MILIONE DI NUOVI POSTI DI LAVORO
Il piano di ristrutturazione energetica rappresenta una straordinaria opportunità occupazionale: ca. 1.300.000 unità di lavoro attivate complessivamente, delle quali:
- ca. 800.000 occupate direttamente nel settore costruzioni
- ca. 480.000 nell'indotto e nei settori collegati
Si tratta di una media di ca. 219.000 posti di lavoro/anno, un contributo fondamentale per l'economia nazionale.
BENEFICI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI
Gli investimenti previsti per il periodo 2025-2030 permetteranno di risparmiare 4,68 milioni di tonnellate di CO2/anno, pari a una riduzione del 9% delle emissioni generate dal residenziale al 2020.
Attualmente il patrimonio costruito è responsabile del:
- 42% dei consumi finali di energia nazionale (46.359 Ktep nel 2022)
- 18,8% delle emissioni nazionali di gas serra (73,5 Mt CO2 eq./anno)
OBIETTIVI AL 2035 E 2050: LA ROADMAP COMPLETA
Lo studio traccia anche la roadmap per gli obiettivi successivi:
2035: ulteriori 61 miliardi di investimenti (12,2 miliardi/anno) per efficientare altri 2,18 milioni di abitazioni, con un risparmio aggiuntivo di 3,37 milioni di tonnellate di CO2/anno.
2050: completamento della riqualificazione del patrimonio energivoro con due possibili scenari:
- Scenario totale: 371 miliardi di investimenti per 13,3 milioni di abitazioni aggiuntive
- Scenario selettivo: 230 miliardi per 8,3 milioni di abitazioni occupate stabilmente
PROPOSTE STRATEGICHE PER L'ATTUAZIONE
Il documento individua quattro ambiti strategici fondamentali per il successo della Direttiva:
1. Sostenibilità economica degli interventi
- Incentivi calibrati per fasce ISEE con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili
- Sostegno prioritario alle prime case ed esclusione locazioni turistiche
- Creazione di fondi di garanzia e prodotti finanziari dedicati
- Maggiori incentivi per abitazioni in classe G con riqualificazione globale
2. Rimozione degli ostacoli
- Semplificazione normativa per contesti condominiali complessi
- Rafforzamento misure per sanare irregolarità edilizie
- Garanzia di certezza e stabilità normativa per tutta la durata della Direttiva
3. Innovazione e abitazioni smart
- Incentivi mirati per sistemi smart e soluzioni digitali
- Promozione dei "gemelli digitali" degli edifici
- Formazione specializzata per professionisti del settore
4. Ruolo di tecnici e professionisti
- Assistenza tecnica specializzata attraverso sportelli dedicati
- Creazione di esperti indipendenti certificati
- Garanzia di competenze adeguate alle certificazioni e qualificazioni
UNA SFIDA ALLA PORTATA DELL'ITALIA
“Abbiamo straordinarie risorse e saperi tecnici che ci consentono di affrontare questa trasformazione con realismo e determinazione", sottolineano per Fondazione Geometri Italiani il Presidente CNGeGL Paolo Biscaro e il Presidente di Cassa Geometri Diego Buono. “È fondamentale costruire strumenti finanziari dedicati alle famiglie vulnerabili, anche grazie al Fondo Sociale per il Clima che l'UE attiverà dal 2027. La ricerca dimostra che la 'via italiana' alla Direttiva Case Green è possibile e può diventare un volano per l'economia e l'occupazione nazionale”.
Lo studio, realizzato con rigore metodologico utilizzando dati ufficiali ENEA, ISTAT e ISPRA, rappresenta il primo studio quantitativo completo sugli impatti della Direttiva EPBD IV in Italia.
La Categoria dei geometri rappresenta oltre 85.000 professionisti attivi in tutta Italia nei settori dell'edilizia, del territorio e dell'ambiente.
QUI per stampare il comunicato stampa