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angle-left Gli impatti attesi della transizione green: benefici economici, occupazionali, sociali e ambientali

Gli impatti attesi della transizione green: benefici economici, occupazionali, sociali e ambientali


Gli impatti attesi della ricerca "La via italiana alla Direttiva Case Green" del Centro Studi della Fondazione Geometri Italiani vanno ben oltre l'ambiente, in gioco ci sono investimenti, nuovi posti di lavoro e maggiore equità sociale

 

Decarbonizzare il patrimonio edilizio non è solo una sfida tecnica o ambientale: è una leva di sviluppo. Questo evidenzia la ricerca "La via italiana alla Direttiva Case Green", che quantifica in modo rigoroso i benefici attesi da qui al 2030.

Sul piano ambientale, l'efficienza energetica degli edifici può garantire un taglio di 4,68 milioni di tonnellate di CO₂ l'anno, pari al 9% delle emissioni generate dal comparto residenziale nel 2020. Ma è il versante economico a sorprendere per potenziale: 84,8 miliardi di investimenti tra il 2025 e il 2030 attiveranno un effetto moltiplicatore complessivo di 280 miliardi di euro, generando 102,6 miliardi di valore aggiunto per il sistema Paese.

L'impatto occupazionale è altrettanto rilevante: si stimano circa 1,3 milioni di posti di lavoro nel periodo 2025-2030, di cui oltre 800.000 nel settore costruzioni e più di 480.000 nell'indotto. Una media di 219.000 nuovi posti l'anno, con crescente richiesta di tecnici specializzati in riqualificazione energetica, certificazione e rendicontazione.

Inoltre, sul piano sociale, la riqualificazione può ridurre la povertà energetica, migliorare la salubrità delle abitazioni e tutelare le fasce più vulnerabili attraverso il Fondo Sociale per il Clima UE (attivo dal 2027) e fondi di garanzia. Una transizione giusta è possibile, a patto di dotarsi degli strumenti adeguati.