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angle-left Il contesto nazionale, il patrimonio edilizio italiano tra vetustà, consumi elevati ed emissioni in calo

Il contesto nazionale, il patrimonio edilizio italiano tra vetustà, consumi elevati ed emissioni in calo

 

Il focus sull'Italia della ricerca "La via italiana alla Direttiva case green": un patrimonio abitativo energivoro, ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili, ma con segnali positivi sul fronte delle emissioni

 

L'Italia affronta la sfida della transizione energetica con un patrimonio edilizio residenziale datato e per lo più inefficiente. È questa la seconda grande area di approfondimento della ricerca "La via italiana alla Direttiva case green", che fotografa lo stato attuale del nostro ambiente costruito.

Oltre il 52% delle abitazioni è ancora in classe energetica F o G. il 68% del patrimonio residenziale utilizza combustibili fossili per il riscaldamento, mentre la diffusione del solare è ancora limitata. Eppure, qualche segnale incoraggiante c'è: le emissioni del patrimonio costruito rappresentano il 18,8% del totale nazionale, con una riduzione progressiva negli ultimi anni.

Il settore residenziale resta comunque responsabile del 30% della domanda energetica complessiva e del 14% delle emissioni totali di gas serra. Un dato che impone un'accelerazione negli interventi di efficientamento, specie nelle abitazioni più vetuste e nei contesti più vulnerabili.

La ricerca sottolinea anche l'impatto diretto sulla qualità della vita: il 9% delle famiglie italiane è in povertà energetica, il 17% vive in case inadeguate, il 10% ha difficoltà a riscaldare l'abitazione. Riqualificare, dunque, non è solo un obiettivo ambientale: è una necessità economica e sociale.